martedì 1 giugno 2010

Lei non sa chi sono io!

Io sono Dino Cattaneo. Ho 36 anni e sono nato a Genova, dove vivo e lavoro.

Questo blog lo scrivo in primo luogo per me stesso. Lo scopo è quello di fare il punto, e trarre qualche conclusione, sul mio studio delle arti marziali giapponesi in generale, e del jujutsu in particolare, discipline di cui mi interesso da almeno venticinque anni.

Iniziamo dall'inzio....e quindi da un minimo di "autobiografia".
Cominciai a praticare il ju-jitsu "Metodo Bianchi" alle scuole elementari presso la palestra "Saetta Rossa" a Nervi, sotto la guida del Maestro Emilio Pagano che era anche il dottore di famiglia.
Sui pochi meriti e sui molti demeriti del "Metodo Bianchi" mi soffermerò altrove.
Dopo un anno o due, conquistata l'agognata cintura gialla, smisi di frequentare la palestra perchè si soleva finire la lezione con una serie di capriole che mi provocavano la nausea.
Come quasi ogni bambino italiano mi dedicai per un paio di anni al calcio nel San Pietro Quinto-Nervi... ma la mia proverbiale goffaggine con la palla e la mia introversione non ne fecero un esperienza felice.
Alle scuole medie, in prima o in seconda, decisi di tornare alla arti marziali...e la suddetta cintura gialla mi spinse a tornare alla Saetta Rossa, che frequentai assiduamente fino alla quarta Liceo.
Durante la quinta Liceo (1991) il Metodo Bianchi mi era venuto a noia. Conoscevo a menadito "i settori" e li eseguivo decentemente. Non riuscivo ad eseguire alcune tecniche come il maestro, ma non capivo il perchè...comunque non miglioravo e non imparavo cose nuove. Per inciso credo che molti praticanti e varie società ed associazioni iniziassero ad avvertire l'inadeguatezza del "Metodo Bianchi" e da più parti si proponevano metodi diversi di allenamento e di studio - a cui il Maestro Pagano si opponeva decisamente.
La "Saetta Rossa" quell'anno chiuse definitivamente la propria attività - se non ricordo male, il motivo fu che i proprietari dei locali non ne rinnovarno la disponibilità. Se non ho sbagliato i conti era il 1992.

Qualche tempo dopo,venni a sapere che Marco Penco e Luca Ferrari, due Cinture Nere della Saetta Rossa e tra i migliori allievi del maestro Pagano, avevano aperto una nuova palestra vicino a casa mia. Si trattava della associazione Shinden-Kai, che, inizialmente, si trovava presso la Palestra di Nervi.
Rimasi molto colpito dallo spirito di ricerca presente alla Shinden-Kai. Si spaziava dal aikido al karate, tendando di ripulire la pratica dai marchiani errori del Metodo Bianchi e dal suo goffo bagaglio tecnico.
Grazie a Luca e a Marco e al loro lavoro di ricerca, imparai molte cose e, credo, migliorai decisamente la mia tecnica. Presi anche la Cintura Nera con l'Associazione Italiana Ju-Jitsu (A.I.J.J.), peraltro grazie ad un esame-farsa che meriterebbe qualche riga e che ricordo ancora con un certo disgusto. Era, se non ricordo male il 1993 e quello fu l'unico esame "federale" che feci nella mia vita. Pur avendolo passato a pieni voti, ne ho un ricordo talmente negativo che da allora ho sempre disprezzato le federazioni di arti marziali, in maniera talvolta ingiusta e andando oltre i loro demeriti.

Fu, credo, il mio conseguimento della Cintura Nera a far decidere a Luca e Marco di eliminare le cinture "colorate" alla Shinden Kai ed cancellare di fatto gradi ed esami. Tutti con la cintura bianca...ed era giusto così.Quell'anno, per me, fu uno dei più duri e problematici - e non era per la questione cintura (che ci crediate o meno non volevo nemmeno indossarla, tanto squallido mi era sembrato l'esame), ma quanto per il fatto che fui invitato da Luca e Marco a farmi un esame di coscienza ed, eventualmente, allontarnarmi dalla Shinden Kai.
Mi si disse che che alcuni allievi si erano lamentati dell'eccessiva violenza delle mie tecniche, e si attribuiva alla mia presenza ed ai miei metodi il fatto che altri allievi si fossero ritirati dalla pratica. Inoltre mi si accusò di non essere socievole nei confronti degli altri allievi. Cose che, inutile dire, io non avevo minimamente sospettato prima. Mi vergognai come un cane, perchè ho sempre attribuito grande peso alle critiche e perchè comprendevo i motivi del giudizio negativo che veniva espresso nei miei confronti. Reagii come pensavo fosse meglio, ovvero impegnandomi per migliorare. Non so quanto e se i miei sforzi fossero stati apprezzati o meno, ma feci quello che potevo per togliermi l'etichetta di allievo violento ed asociale.

In quegli anni, Marco e Luca frequentavano anche la palestra di Roberto Amici e ne seguivano gli insegnamenti. Frequentai anche io, per circa due anni, la palestra di Roberto e ne fui molto colpito per la conoscenza di Karate ed Aikido, di cui praticava un interessante metodo sincretico piuttosto efficace. Tuttavia ero in forte disaccordo con gli aspetti più esoterici del suo metodo, che sfociava spesso nell'ambito religioso - ai confini del settarismo. Per non parlare poi di intere lezioni, a mio avviso assurde, sulla percezione del ki e dell'energia - ricordo ad esempio un'intera sessione di kumite "bendati" che varcò i confini nel ridicolo.

Frequentai la Shinden-kai praticamente fino alla sua dissoluzione ovvero quando Luca e Marco presero strade separate, per motivi che non conosco - che avvenne, se non ricodo male, poco prima che mi laureassi, ovvero nel 1999.

Dopo la laurea ed il militare, nel 2001, mi spostai a Torino per lavoro. Onestamente non avevo più voglia di frequentare una palestra, tanto più che mi era chiaro che certi situazioni negative (direi quasi psicopatologiche), sebbene presenti bene o male in ogni associazione sportiva, nei club di arti marziali arrivano spesso a livelli veramente perniciosi e, per me, insopportabili. Frequentai alcuni stage di arti marziali ma principalmente mi dedicai allo studio dei kata del karate, con qualche iniezione di Shaolin ed arti cinesi che vedevo praticare durante i miei viaggi lavorativi in Cina.

Nel 2006 tornai a Genova... dove le cose non cambiarono. Mi bastò frequentare qualche stage e vedere qualche dimostrazione per accorgermi che la vita da palestra non faceva più per me e continuai la mia pratica di studioso autodidatta...attività che in teoria continuo tutt'ora, ma per cui ho sempre meno tempo.

Spero che questo blog, oltre che ad essere d'aiuto a me per organizzare le mie conoscienze, possa essere uno spunto di riflessione anche per chi pratica le arti marziali o ne è interessato.